Niki abbassa gli occhi. "Sono uscita con un altro."

"Cosa?" Olly non crede alle sue orecchie. "Ma tu sei una sorpresa continua!"

Diletta è senza parole. Erica ci mette subito il carico. "E com'è stato? Ti è piaciuto?"

Niki la guarda sorpresa. "Ma Erica!"

"Perché, ora mi vuoi dire che non ci sei andata?"

"No. Ho resistito." Dirlo le provoca una ferita immensa. Per la prima volta lo ammette ad alta voce. Ho resistito. E se ne vergogna comunque. Si sente sporca. E subito Olly e Diletta e perfino la stessa Erica se ne rendono conto. Olly le sorride con amore.

"Ma dai! Non esageriamo, questa è la vita. Si cade, ci si rialza, si continua. Un errore ci sta tutto e, se lo vivi così senza neanche averlo commesso, ci sta due volte!"

E improvvisamente Erica sembra cambiare espressione, diventa quasi un'altra.

"Cos'è che ti ha fatto resistere…"

Niki alza il viso di scatto e la guarda sorpresa.

Erica continua. "Sì, dimmelo, per favore. Cosa ti ha spinta a fermarti. C'è stato un attimo nel quale avresti voluto e invece qualcosa ti ha bloccato. Cosa è stato?"

Niki ci pensa un po'"su. "Non so. Un insieme di cose, ma in realtà quelle più semplici. Ho immaginato Alex. Dov'era in quel momento, cosa stava facendo, quanto doveva essere sereno, magari mi pensava e sorrideva, magari credeva che io già dormissi… Avevo il telefonino spento… E allora immaginando il suo viso, il suo sorriso, ho pensato a come sarebbe potuto cambiare se solo lui mi avesse visto… Ecco, questo mi ha fermato. Questo mi ha fatto resistere. Oggi, comunque vada, comunque andrà, io ricorderò sempre con amore, con la giusta importanza, la mia storia con Alex, non avrò mai nulla di cui vergognarmi." Poi le guarda leggermente più riflessiva, più pensierosa, come se avesse scavato nel profondo, come se queste parole appartenessero a una Niki più grande. "Sì, forse l'ho fatto per me… Egoisticamente ho voluto resistere per stare comunque bene."

Erica solleva le spalle. "Ero curiosa." Poi ci ripensa. "Ma magari in quel momento lui non ti stava pensando affatto, magari stava parlando con i suoi colleghi di lavoro, anzi no peggio, stava facendo il cretino con una… Ecco, sì, diceva quelle cose stupide che a volte dicono certi ragazzi per colpire, invece di essere sinceri, di dire semplicemente tu mi piaci, fanno tutta una serie di giri. Ecco, magari stava facendo uno di quei giri… E tu comunque hai rinunciato a quello che avresti potuto vivere… Perché ci sono cose che non tornano più, sono ed esistono solo in quell'attimo e basta… Ecco, tu invece hai resistito, magari inutilmente…"

Niki sorride. "Sì, forse hai ragione, magari stava facendo uno di quei giri che fanno gli uomini a volte… Ma io non ho resistito inutilmente. Sono felice della mia scelta, così come ero felice fino a ieri nella mia situazione. Ora qualcosa è cambiato."

Olly si gratta la fronte. "Hai parlato con Alex?"

"No, ancora no. Gli ho scritto una lettera."

Olly la guarda preoccupata. "Ma gli hai scritto di questo qui?"

"No." Niki le sorride. "Che, sei pazza?"

Olly fa un sospiro. Diletta scuote la testa. "Se trovassi una lettera poco prima di sposarmi dove il mio lui mi lascia, non so cosa farei! Secondo me mi ammazzerei." Poi si rende conto di quello che ha detto. "No, cioè… La prenderei male, cioè, cercherei di capire comunque… Ecco, una cosa è sicura, ti chiamerei subito, ti telefonerei, verrei sotto casa tua, ti riempirei di domande…" Niki le sorride. "Ma tu non sei Alex. E poi gliel'ho scritto nella lettera. Ho bisogno di un po'"di tempo per me, devo pensare, devo capire… Alex è grande, capirà questa mia esigenza, ne sono sicura."

Erica interviene curiosa. "E con l'altro che hai deciso di fare?"

"Ancora non lo so."

Olly sorride. "È quello dell'università che volevi presentare a noi, vero?"

Niki annuisce. E un po'"si vergogna della sua sicurezza. In amore non ci si deve mai sentire troppo sicuri, in nessun caso.







Centoventi


Dall'altra parte della città. In un loft ancora mezzo sottosopra, Pietro, Enrico e Flavio sono vicini a una porta chiusa.

Enrico chiede sottovoce agli altri due: "Ma che sta facendo? Mica lo capisco…".

Pietro scuote la testa. "E che sta facendo? Sta piangendo!"

"Ma dai, non ci credo!"

"E non ci credere…"

Pietro si sposta un po'"più in là, gli altri lo seguono. "Dici sul serio?"

"Sì, si sentiva perfettamente. Tirava pure su con il naso!"

Pietro allarga le braccia. "Che poi piangere a quarantanni per una… Boh! Per me è veramente assurdo."

Flavio si versa da bere. "Ma non ho capito cosa c'entra per te l'età. Venti o quaranta è lo stesso! Dipende cosa provi per una persona, che tipo di emozione o sentimento, quanto sei innamorato, non quanti anni hai!"

"Per me io ragiono bene. Io, a quarantanni piangere per una, lo trovo ridicolo. Hai capito?"

Flavio si innervosisce. "Ma non è una! È la sua donna, è la donna della sua vita, è sua moglie, è la madre dei suoi figli…"

Pietro fa il preciso. "Allora, per adesso devi usare il condizionale: sarebbe potuta essere la donna della sua vita, sua moglie e la madre dei suoi figli."

Poi indica la porta chiusa della camera di Alex. "Al momento non è niente e le percentuali che Alex possa davvero sposarsela sono obiettivamente bassissime…"

Flavio scuote la testa. "Mi fai schifo, e sei pure suo amico…"

"Proprio perché sono suo amico gli dico la verità! Non lo prendo in giro, non gli faccio credere, come vorresti fare tu, che le favole esistono… Esiste una realtà… E sai qual è la realtà?" Gliela indica con la mano. "Che lui ha quarantanni ed è chiuso in una camera a piangere e lei ha vent'anni ed è chiusa in un'altra camera,

ma a trombare… Questa non è una favola, né un incubo, è semplicemente realtà delle cose. E a volte può essere bella, a volte bellissima, a volte così così e a volte può fare schifo. Ma come te la rigiri te la rigiri, inizia e finisce, ed è la realtà."


Centoventuno


Olly, Diletta, Erica e Niki ora sono più tranquille davanti alle loro tazze vuote. E Olly ne va fiera. "Guardate, è proprio in momenti come questi che uno si deve rilassare…"

Erica non è d'accordo. "Sì, la tisana è stata inventata proprio per quando non ti sposi più." Diletta la guarda malissimo. "Tanto prima o poi proverai anche tu qualche sentimento vero, non potrai fare vita natural durante la cinica disincantata, prima o poi l'amore ti travolgerà e ti stravolgerà…"

Erica le sorride e allarga le braccia. "Ma io me l'auguro proprio… E magari tutto questo accadrà per merito di un gran figone dal sorriso smagliante e un fisico da urlo, insomma una specie di frullato misto tra Clive Owen, Brad Pitt, Matthew McConaughey, Ashton Kutcher e Woody Allen…"

"Woody Allen? E che c'entra Woody Allen?"

"Bè, dopo una bella scopata se un uomo ti fa anche ridere allora hai trovato il paradiso!"

"Erica!"

"No no…" Niki la giustifica. "Questa non era male. Secondo me anche lassù hanno riso…"

Diletta beve il fondo ormai freddo. "Sì sì, ridono… Ma dubito che la lascino passare…"

Erica alza le spalle. "E chi ha fretta! Ne parleremo più in là, c'è sempre tempo per ricredersi o per chiedere perdono. Guarda Claudia Koli… Prima recita nei film di Tinto Brass e poi si fa quasi suora. Fammi combinare quello che ha combinato lei e poi divento sul serio una santa!"

Olly guarda Niki. "A proposito di santi, i tuoi devono essere stati favolosi… Dopo tutta la preparazione, l'incontro con i genitori, i soldi in parte già sborsati per questo matrimonio da favola… non prendersela, non arrabbiarsi, non farti pesare la tua scelta… bè, non è da tutti, eh…"

Diletta su questo è molto curiosa. "Già, come l'hanno presa?"

"Oh, per adesso sono molto sereni…"

Olly annuisce. "Vedete che bello. E così che dovrebbe accadere in famiglia."

Niki alza il sopracciglio.

"Anche perché non gliel'ho ancora detto."

"Ah."


Centoventidue


Chiude piano piano la porta e poi cammina in punta di piedi, sperando che stiano già dormendo o almeno siano a letto. Niente da fare. Delle voci arrivano nitide dal salotto.

"Secondo me non lo vengono a sapere."

"Sì, ma se per caso succede?"

Niki si affaccia in salotto e vede Roberto e Simona seduti al tavolo con diversi fogli davanti. Simona insiste. "Che figura fai? Sai quanto ci tengono, sono paesani, il matrimonio per loro è tutto e tu non li inviti a quello di tua figlia, la loro amata nipote! Tu lo sai che poi non potrai più mettere piede al paese, vero? Ma che dico, nell'intera regione…"

Roberto annuisce. "Ok, allora li invitiamo. Quanti sono i Pratesi? Tre, giusto?"

"Sei! Il doppio! Cavoli! Quindi arriviamo a duecentoquaran- tuno invitati… Ma sono tantissimi!" Simona la vede sulla porta, si alza e le corre incontro. "Niki! Come stai, tesoro. Stamattina sei uscita presto, non hai fatto neanche colazione, ho visto."

"Sì, avevo lezione presto…" Simona la abbraccia. "Sarai distrutta…"

"Già."

Naturalmente, come tutte le mamme, si accorge subito che qualcosa non va, però fa finta di niente e lascia correre. Sa perfettamente che ci sono dei tempi, che a volte bisogna saper aspettare e che una figlia sentirà a un certo punto la voglia di aprirsi e parlare. "Siediti, Niki, se vuoi… noi continuiamo. Stavamo provando a calcolare la disposizione dei tavoli e il numero degli invitati."

Roberto si gratta la fronte. "Già, i Belli hanno detto che da parte loro sono almeno duecentocinquanta, noi siamo già quasi altrettanti… Quindi arriviamo a cinquecento e siccome il catering che hai scelto…"