"Sì." Si è cambiato anche lui. Mette i vestiti vicino ai suoi, chiude la macchina e nasconde le chiavi sulla ruota davanti. "Le ho messe qui eh, per qualunque cosa…"

"Shhh! E se ti sentono?" chiede Niki.

Guido alza le spalle. "Embè, non c'è nulla da rubare." E le fa gesto con il capo indicando verso il mare. "Andiamo?"

"Sì."

Prendono le tavole, se le infilano sotto il braccio e vanno verso l'acqua. Poi un pensiero improvviso. Non ho detto nulla a Olly, Erica, Diletta. Forse mi stanno cercando, si preoccuperanno… I miei… Devo avvisare i miei. Ma subito un'altra riflessione. Quanto tempo è che mi preoccupo di tutto? Troppo. Ora è notte ed è tutto bellissimo. Niki piano piano abbandona i suoi pensieri e ogni passo è un po'"di tranquillità in più. La sabbia è fredda. Passano vicino a un fuoco, intorno ci sono dei ragazzi. Stanno cucinando qualcosa.

"Ehi, Guido, ve ne tengo due… Così quando finite vi scaldate un po'! Ok?"

"Certo, grazie, Clà!" Poi si rivolge a Niki. "Così quando usciamo ci mangiamo due salsicce e un po'"di birra, ti va?"

"Sì, certo…" Alla fine dimentica le sue amiche, i suoi genitori, il resto del mondo. "Ehi, è fredda." Entra anche lei e si distende subito sulla tavola. "Sì, è freddissima. Ma è una ficata di notte… Non l'avevo mai fatto." Dà due bracciate veloci e poco dopo viene presa dalla prima corrente e in un attimo è al largo. Persa nel buio, tra i fasci di luce delle macchine sulla spiaggia, la luna lontana e non piena. Niki guarda verso il mare aperto aspettando l'onda. Qualcosa la sfiora ma non ha paura. Deve essere un pesce, anche grosso. Silenzio. Nessun pensiero ora. Né amiche, né genitori. È sola in mezzo al mare di notte. E la cosa strana è che neanche per un attimo ha pensato ad Alex. Ma si sente leggera. Leggera. Da

quant'è che non viveva un momento come questo? Da tanto. Da troppo tempo. E quasi per magia ecco che sente il mare sotto di lei ritirarsi, si gonfia, come un grande, profondo respiro. E l'arrivo di un'onda importante e Niki lo sa. Non ha bisogno di vederla per capirlo. Fa velocemente delle bracciate verso il largo e poi si ferma, gira su se stessa, appena in tempo, la tavola viene presa da sotto dall'acqua e inizia a correre nella sua scia potente. Per Niki è un attimo, si piega sulle gambe e salta su, in piedi, senza incertezze, segue l'onda, gioca con la tavola, ci passeggia sopra, si sposta ora a destra, ora a sinistra, facendo piccole curve, salendo e scendendo veloce sulla ripida pancia dell'onda. Ogni tanto incrocia qualche altro surfista, lo supera, lo schiva e prosegue nel suo gioco. Scende e sale, appare e scompare, lei meravigliosa cavallerizza su quei cavalloni selvaggi fatti d'acqua che nitriscono spumeggiando, si increspano sotto di lei, fino a quando, dopo averne domati alcuni, riesce perfino ad infilarsi in un tubo. Accarezza con la mano la parete dell'acqua che le sfila accanto e poi si fa portare da quell'ultima onda, dolcemente a riva. Mentre si sta levando lo strep dalla caviglia le si avvicina Guido.

"Uff… Eccomi qui! Che cosa fantastica."

Niki è raggiante. "Sì, bellissima. È un'emozione unica, sul serio."

"Non avevi mai surfato di notte?"

"Mai." Niki è commossa, ha quasi le lacrime agli occhi. "È sciocco, vero? A me queste cose mi prendono da morire, ti giuro, mi emozionano dentro, non so cosa sia…" Guido sorride. Un po'"si vergogna di non provare emozioni altrettanto forti. "E la bellezza della natura che ti avvolge, sei in perfetta armonia, su quelle onde ti senti di far parte di questo mondo e nel buio della notte non hai riferimenti e così… Bè, così si sente di più. Ma è un privilegio di pochi." Poi le sorride di nuovo. "Di quelli come te…"

"Come sei sciocco…"

"È vero! È così."

"Comunque è stata una cosa bellissima e lo devo a te. Quindi grazie."

Rimangono per un po'"in silenzio, poi Niki dice qualcosa per rompere quell'imbarazzo. "All'inizio avevo anche un po'"paura, sai… Ma non volevo fartelo vedere. Non ti volevo dare questa soddisfazione."

"Oh, l'avevo capito…"

"Ma figurati!"

"Certo… Poi dopo la prima onda non ho avuto problemi…" Niki sorride. "Ne ho prese almeno cinque."

"Sei…"

"Che ne sai tu?"

"Ero sempre dietro di te. Ero nell'onda successiva, che ti credi? Non ti ho mollato un attimo, avevo anche una certa responsabilità…" Niki non sa se crederci o no. Comunque è anche normale, poteva essere pericoloso. "Dai, Niki, andiamo vicino al fuoco, così ci mangiamo qualcosa…"

"Ecco, questo mi sembra saggio…"

Iniziano a camminare. "Sul serio mi stavi dietro?"

"Certo." Guido le sorride. "Ero il tuo angelo custode marino…"

"Non so se crederci."

"Fà come vuoi. Comunque sei stata bravissima a infilarti nel tubo. Io non ci sono riuscito… Eccoci, ragazzi! Ci sono ancora le nostre due salsicce o ve le siete già spazzolate?" Guido si siede in mezzo al gruppo. Niki lo guarda. Ma allora è vero. Mi è sempre stato vicino. Non l'avrebbe saputo, sennò.

"Allora che fai? Dai, che si fredda, Niki!"

E si siede vicino a lui, saluta gli altri surfisti e un attimo dopo è attaccata alla birra e soprattutto ha in mano una bella salsiccia ancora calda. "Uhm! Che fame! Questa è veramente degna… È buonissima."

Una ragazza bionda le passa un po'"di pane. "Tieni, è ancora caldo."

Un'altra le dà una vaschetta di plastica. "Qui ci sono dei pomodori pachino, li ho lavati."

"Grazie…"

Si sorridono, non si conoscono ma non c'è bisogno di presentazioni. L'amore per quelle onde è il miglior biglietto da visita. E così continuano a mangiare, a sorridere, a chiacchierare del più e del meno, a passarsi una birra, a raccontare qualche aneddoto di surfisti alle prese con onde più grandi, in chissà quale parte del mondo. E la notte scorre e i fuochi piano piano si affievoliscono.

"Brrr… Inizia a far freddo." Niki si passa le mani sulle spalle, la muta si è asciugata.

"Me la dovevo togliere. Mi sa che mi è entrato il freddo nelle ossa… Andiamo?"

"Ho la soluzione per non farti ammalare! Lo sai che quando ti

prendi molta acqua fredda, qui sul surf o in motorino sotto la pioggia, la cosa migliore è farsi una doccia calda?"

"Certo, ma dove la troviamo qui? Mica c'è la doccia…"

"Qui no. Ti fidi?"

Niki piega la testa di lato e lo guarda incerta.

"Scusa, ti sei fidata fino adesso… E quello che hai fatto ti è piaciuto, no? Perché dovrei darti proprio ora una fregatura?"

Niki lo guarda di nuovo, alza un sopracciglio. Già, perché dovrebbe? Poi cede. "Ok, andiamo, ma non facciamo troppo tardi, vero?"

"Promesso."

E così salgono in macchina, il condizionatore a palla, la musica invece soft. Guido cambia cd mentre vanno. L'aria calda che le arriva addosso è piacevole. In poco tempo là dentro è come stare in un deserto in cui un vento caldo asciuga ogni cosa. Intanto le note di Vinicio Capossela riempiono l'aria. Neanche a farlo apposta. Una giornata perfetta.

"La vita è un ricciolo leggero nel vapore un filo, cielo color mattino color cestino azzurro dell'asilo. Fischiare quando passan le ragazze come primavere, fischiare e rimanere al tavolo seduto, non inseguire niente né botole né imbuto perché… È una giornata perfetta, passeggio nell'attesa senza fretta…"

Sì. È una serata perfetta. Niki lo guarda, sorride. Anche lui. Poi chiude gli occhi. Non voglio pensare, non stasera. Continua Capossela e lei è d'accordo. "Non si è fatti per stare a soffrire, andarsene se è ora di finire, affidarsi alla vita senza più timore, amare con chi sei o dare a chi ti dà e non desiderare sempre e solo quello che se ne va…"


Centotrenta


La station wagon blu procede veloce lungo le strade di campagna. Niki apre il finestrino per prendere un po'"d'aria.

"Guarda, ti faccio vedere una cosa…"

Guido spegne le luci e continuano così, nel buio, a fari spenti, illuminati solo dalla luna che ora sembra più intensa. "Bello, no? Siamo soli, giù per questa discesa…" Guido leva l'acceleratore e mette in folle. La macchina vola silenziosa nella notte, sotto il cielo scuro, tra il verde dei boschi, non si sente neanche più il rumore del motore, sembra di stare su uno strano surf, entra il vento dai finestrini, il calore da sotto le gambe e poco più avanti, tra gli alberi, si vede qualcosa di strano.

"Guarda, Guido…"

Lui sorride, poi ingrana la marcia e riaccende tutte le luci. "Sai cosa sono quelle piccole fiammelle?"

"No, cosa?"

"Le lucciole." Accelera un po'"e sparisce dietro la collina. Guida sicuro, curve lunghe, lente, tagliando tra grandi prati verdi e distese di grano, ormai definitivamente soli nella campagna toscana. "Ecco… siamo arrivati."

Niki si alza sul sedile, curiosa, divertita, di nuovo ragazzina. E tanto. Dietro la curva, giù per una discesa sconnessa, la macchina saltella fino a fermarsi in una piccola radura. Guido spegne. Davanti a loro del fumo chiaro, leggero, sale su lentamente verso il cielo, fino a perdersi. Sono alle terme di Saturnia. Come un piccolo inferno naturale, uomini e donne nella penombra sono immersi in pozze piene d'acqua sulfurea, come un allegro girone dantesco, naturale e piacevole, senza particolari pene ma forse qualche colpevole… Dal buio del bosco una grande cascata calda spicca un salto da una roccia e piomba al centro della grande pozza. Lì dentro si intravede qualche persona. Si muove lentamente dentro quello strano ribollio, appare e scompare ogni tanto tra quelle esalazioni di zolfo.

Guido osserva Niki. È affascinata e persa dietro quest'immagine infernale. "Allora? Sei pronta a immergerti? Sarà bellissimo."