"E cosa vuole mio padre da te?"
"Non lo so! Ma quando lo saprò ti telefono e te lo dico. Va
bene?"
Le da un bacio prepotente. Lei lo lascia fare, ancora stor-
dita e sorpresa da quella notizia. Step accende la moto e si al-
lontana velocemente. Lei lo guarda sparire dietro l'angolo. Poi
sale in casa. Silenziosa, sinceramente preoccupata. Cerca di
immaginare il loro incontro. Di che cosa avrebbero parlato? E
dove? E cosa sarebbe successo? Poi, pensando soprattutto a
suo padre, spera solo che non facciano a botte.
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49.
Quando Claudio arriva Step è già lì, seduto sul bordo del
muretto a rumare una sigaretta.
"Salve."
"Buonasera Stefano." Si danno la mano. Poi Claudio si ac-
cende anche lui una sigaretta per sentirsi più a suo agio. Pur-
troppo non raggiunge il risultato sperato. Quel ragazzo è stra-
no. Sta lì che sorride in silenzio, fissandolo con quel giubbot-
to scuro. È diverso da suo fratello. Tra l'altro è molto più gros-
so. A un tratto, mentre sta per sedersi vicino a lui sul muretto,
ha come un ricordo improvviso. Quel ragazzo ha menato il suo
amico Accado, gli ha spaccato il naso. Ora sta insieme a sua
figlia. Quel ragazzo è un tipo pericoloso. Avrebbe preferito mil-
le volte parlare con il fratello.
Claudio rimane in piedi. Step lo guarda incuriosito.
"Allora, di che parliamo di bello?"
"Be', ecco Stefano. A casa mia ultimamente ci sono stati
dei problemi."
"Sapesse quanti ce ne sono stati da me..."
"Sì, lo so, però vedi, noi prima eravamo una famiglia mol-
to tranquilla. Babi e Daniela sono due brave ragazze."
"È vero. Babi è una ragazza veramente a posto. Senta Clau-
dio, non è che ci potremmo dare del tu? A me già non piace
parlare troppo in generale. Poi se devo pensare a tutti quei lei,
le, allora diventa proprio impossibile."
Claudio sorride. "Certo." In fondo quel ragazzo non è an-
tipatico. Se non altro non gli ha ancora messo le mani addos-
so. Step scende dal muretto.
"Senti perché non andiamo a sederci da qualche parte. Al-
meno parliamo più comodi, magari ci beviamo una cosa."
"Va bene. Dove andiamo?"
"Qua vicino c'è un posto che hanno aperto certi amici miei.
269
È come se fossimo a casa, non ci darà fastidio nessuno." Step
monta sulla moto. "Seguimi."
Claudio sale in macchina. È soddisfatto. La sua missione si
sta rivelando più facile del previsto. Meno male. Segue Stefano
giù verso la Farnesina. A Ponte Milvio svoltano a destra. Clau-
dio sta ben attento a non perdere quel fanalino rosso che cor-
re nella notte. Se fosse successa una cosa del genere Raffaella
non gliel'avrebbe mai perdonata. Poco dopo si fermano in una
piccola via dietro a piazzale Clodio. Step indica a Claudio un
posto vuoto dove può mettere la macchina mentre lui lascia la
moto proprio davanti all'entrata del Four Green Fields. Al pia-
no di sotto c'è una gran confusione. Molti ragazzi sono seduti
su degli sgabelli davanti a un lungo bancone. Tutt'intorno qua-
dri e stemmi di birre di vari paesi. Un tipo con dei sottili oc-
chialetti e dei capelli spettinati si aggira frenetico dietro il ban-
cone preparando cocktail di frutta e semplici gin tonic.
"Ciao Antonio."
f "Oh, ciao Step, che ti porto?"
J "Non lo so, ora decidiamo. Tu cosa prendi?"
Mentre vanno a sedersi, Claudio si ricorda che non ha man-
niente. Decide di tenersi sul leggero.
"Un Martini."
"Una bella birra chiara e un Martini."
Si siedono a un tavolo in fondo, dove c'è un po' meno con-
fusione. Quasi subito arriva da loro una bellissima ragazza dal-
la pelle color ebano di nome Francesca. Porta quello che han-
no ordinato e si ferma al tavolo a chiacchierare con Step. Step
le presenta Claudio che educatamente le da la mano alzando-
si. Francesca rimane sorpresa.
"È la prima volta che viene una persona così in questo
locale."
Trattiene la mano di Claudio un po' più a lungo del solito.
Lui la guarda leggermente imbarazzato.
"È un complimento?"
"Certo! Lei è signorilmente affascinante." Francesca ride.
I lunghi capelli corvini danzano allegri davanti ai suoi bellis-
simi denti bianchi. Poi si allontana sensuale, sapendo benissi-
mo che sarebbe stata osservata. Claudio decide di non delu-
derla. Step se ne accorge.
"Bel culo, eh? È brasiliana. Le brasiliane hanno un culo da
favola. Almeno così dicono. Io non lo so perché in Brasile non
ci sono ancora stato, ma se sono tutte come Francesca..." Step
si scola divertito mezza birra.
"Sì, è veramente molto carina." Claudio beve il suo Mar-
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tini, un po' scocciato che quel suo pensiero sia stato così
limpido.
"Allora, che stavamo dicendo? Ah sì, che Babi è proprio
una brava ragazza. È verissimo."
"Ecco, sì, insomma e Raffaella, mia moglie..."
"Sì, l'ho conosciuta. Bel caratterino m'è sembrato."
"Sì, in effetti." Claudio finisce il suo Martini. Proprio in
quel momento passa di nuovo Francesca. Si aggiusta i capelli
ridendo e lanciando uno sguardo provocante al loro tavolo.
"Hai fatto colpo, Claudio, eh? Senti, ci prendiamo qualco-
s'altro?" Non gli da il tempo di rispondere. "Antonio mi fai por-
tare un'altra birra? Tu che vuoi?"
"Ma no grazie, io non prendo niente..."
"Come non prendi niente, dai..." *
"Va bene, prendo anch'io una birra, va'!"
"Allora due birre e un po' d'olive, qualche palatina, insom-
ma facci portare un po' di roba da sgranocchiare."
Poco dopo arriva quello che hanno chiesto. Claudio rima-
ne un po' deluso. A portargliela infatti non è Francesca, ma un
tipo brutto, un negro cicciotto dalla faccia buona. Step aspet-
ta che si allontani.
"Anche lui è brasiliano. Ma è tutta un'altra storia, eh?"
Si sorridono. Claudio assaggia la sua birra. È buona e fre-
sca. Stefano è un tipo simpatico. Forse pure più simpatico del
fratello. Anzi, senz'altro. E beve un altro po' di birra.
"Insomma, ti stavo dicendo, Stefano, che mia moglie è mol-
to preoccupata per Babi. Sai, è l'ultimo anno e ha la maturità."
"Sì, lo so. Ho saputo pure la storia della professoressa, dei
problemi che ci sono stati."
"Ah, hai saputo..."
"Sì, ma sono sicuro che le cose si risolveranno."
"Lo spero proprio..." Claudio manda giù un lungo sorso di
birra ripensando ai cinquemila euro che ha dovuto sborsare.
Step invece pensa al cane della Giacci e ai tentativi di Pol-
lo di insegnargli a riportare gli oggetti.
"Vedrai Claudio, andrà tutto a posto. La Giacci non darà
più fastidio a Babi. Quel problema non esiste più, ti assicuro."
Claudio cerca di sorridere. Come fa a dirgli che il vero pro-
blema adesso è lui?
Proprio in quel momento entra un gruppo di ragazzi. Due
di loro vedono Step e gli vanno incontro.
"Oh, ciao Step! Dove cazzo sei finito? Non sai quanto ti ab-
biamo cercato, ancora aspettiamo la rivincita."
"Ho avuto da fare." , j« »f 5 «,- ;»
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- "Strizza, eh?"
"Ma che cazzo dici? Paura di che? Vi abbiamo distrutto...
Ancora parli?"
"Ehi calma, non t'arrabbiare. Non t'abbiamo più visto. Hai
vinto quei soldi e sei sparito."
Anche l'altro ragazzo prende un po' di coraggio.
"Che poi avete sculato su quell'ultima palla."
"Ringraziate che non c'è Pollo. Sennò me li rigiocavo su-
bito, altro che sculato. Abbiamo fatto una serie di palle incre-
dibili, una buca dopo l'altra."
I due ragazzi fanno un'aria poco convinta.
"Sì, vabbe'." Vanno a prendere da bere al bancone. Step li
vede che chiacchierano. Poi guardano verso di lui e si metto-
no a ridere.
"Senti Claudio, tu sai giocare a biliardo?"
"Un tempo giocavo spesso, ero pure forte. Ma adesso è una
vita che non prendo una stecca in mano."
"Dai, ti prego, mi devi aiutare. Io quelli li batto come nien-
te. Basta che tu appoggi le palle. A metterle in buca ci penso io."
"Ma veramente, scusa, dovremmo parlare."
"Dai, parliamo dopo. Va bene?"
Forse dopo una partita a biliardo sarà più semplice par-
largli. E se perdiamo? Preferisce non pensarci. Step va al ban-
cone dai due ragazzi.
"Allora preso. Dai. Antonio aprici il tavolo. Ce li rigiochia-
mo subito, quei soldi."
"E con chi giochi tu, con quello?" Uno dei due ragazzi in-
dica Claudio.
"Sì, perché, ti fa schifo?"
"Come ti pare, contento tu..."
"Certo, se c'era Pollo era tutta un'altra storia. Lo sapete pu-
re voi. Vorrà dire che vi regalerò questi soldi. Va bene?"
"No, se devi fare così non giochiamo. Che poi dici che ab-
biamo vinto perché non c'era Pollo."
"Tanto a voi due vi batto pure da solo."
"Sì, ancora!"
"Volete aumentare la posta? Facciamo duecento euro? Ci
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